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Mazzo di Valtellina
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Facciata del Palazzo Quadrio Venosta
Il territorio di Mazzo di Valtellina è attraversato dall’Adda. Fin dall’antichità, il ponte di Mazzo, in prossimità di un incrocio di strade - la Valeriana, strada di valle, e la diramazione del Passo Mortirolo -, costituì un passaggio obbligato per l’Alta Valle e per chi dalla Rezia transalpina era diretto verso Venezia. Tale ponte segna tuttora anche un confine linguistico. A Mazzo infatti finisce il suono nella parlata valligiana della ü e della ö lombarde (es. üga – uva e föc - fuoco ) le quali lasciano il posto al semplice suono della u e della o (uga – foc), inspiegabile fenomeno glottologico da Grosotto al Bormiese. Il centro del paese sorge sulla sponda sinistra del fiume, ai piedi della montagna solcata dall’ardita strada del Mortirolo, stretto attorno al recinto sacro che racchiude, in un singolare complesso d’interesse storico-artistico, il battistero, la collegiata di Santo Stefano, la chiesa di Santa Maria e l’oratorio dei Confratelli. Amatia, questo era nel passato il nome del paese, costituì dal VII secolo una delle più importanti pievi della Valtellina, feudo dal 1006 per volontà imperiale del vescovo di Como. La pieve di Mazzo non fu solo il centro ecclesiastico delle varie comunità cristiane del tratto di valle da Sondalo a Sernio, ma fu anche istituzione civile politico-amministrativa. Vassalli del vescovo furono prima i lombardi de Misenti, poi gli alto-atesini de Matsch e infine i Venosta pure provenienti dall’omonima valle atesina. I Venosta furono per circa tre secoli con alterne vicende i domini loci di questa pieve, travagliata nel XIII secolo dalle aspre contese tra guelfi e ghibellini, tra i signori locali e il vescovo di Como. Protagonista fu Corrado Venosta che, divenuto ghibellino, giunse a rinchiudere prigioniero nel 1269 nel castello di Boffalora di Sondalo il vescovo Raimondo e a far uccidere poco dopo sulla strada presso Mazzo l’inquisitore frate Pagano da Lecco. Condannato a morte Corrado, tutti i suoi beni furono confiscati, tra cui il castello di Pedenale di Mazzo. La favorevole posizione geografica con la presenza dei relativi transiti commerciali attraverso il Mortirolo favorirono lo stanziamento di aristocratiche famiglie e il diffuso benessere economico del paese soprattutto nel tardo Medio Evo e nei secoli XVI e XVII. Lo attestano i vari palazzi nobiliari, tra cui quelli dei Lavizzari e dei Venosta-Quadrio.
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