La chiesa di Sant’Alessandro a Lovero, ben visibile sulla costa della montagna, a pochi passi dal sottostante nucleo storico del paese, è ritenuta uno degli esempi più completi e suggestivi tra i luoghi di culto cristiano della Valtellina.
Citata per la prima volta in un documento del 1257 come chiesa filiale della pieve di Mazzo, diventa autonoma parrocchiale nel 1598 per poi cedere il titolo, nel 1825, alla chiesa di Santa Maria delle Grazie, più vicina al centro abitato.
Ampliato nel XV secolo, l’edificio attuale conserva ancora il campanile a bifore e guglia piramidale dell’antico tempio romano, posto in modo singolare sulla facciata principale. Il fronte nord, rivolto verso il paese, è caratterizzato da un sagrato porticato, ad arcate, che collega la chiesta all’antica area cimiteriale, dominata da una cappella-ossario ricca di affreschi del XVI secolo.
L’interno, a navata unica e copertura a capriate, rispecchia i canoni della cosiddetta chiesa a fienile, diffusa dai frati degli ordini mendicanti. Sulle pareti si conservano numerosi lacerti di affreschi votivi del XV-XVI secolo, tra cui spiccano i dipinti del presbiterio, del catino absidale e del coro. Da segnalare, inoltre, per rilevanza storico-artistica, il ciborio ligneo di Alessandro Locheti, posto sull’altare e risalente al 1582.